Roma, ascensore rotto in Tribunale: chiesto il giudizio per tre ditte di manutenzione

Roma, ascensore rotto in Tribunale: chiesto il giudizio per tre ditte di manutenzione

Simona Maisto nel 2017 ha subito la frattura di entrambe le gambe, la procura di Perugia ha chiesto al rinvio un giudizio di otto imputati. L’accusa: frode nell’arredamento pubblico. In particolare gli inquirenti contestano l’assenza di controlli mirati a verificare la sicurezza dell’ascensore. Accertamenti che, se fossero stati eseguiti, controllati sfociati nel blocco dell’ascensore vista l’usura, almeno secondo l’accusa.

A rischiare il processo sono tre rappresentanti legali e quattro tecnici elencati nell’organigramma dell’Rti vincitore del bando per la manutenzione degli ascensori della cittadinanza giudiziaria. Insieme a loro è imputata anche una funzionaria dell’Arpa, addetta alla supervisione dell’adempimento delle regole dell’appalto.

Questo è l’elenco degli imputati ritenuti regolamentati dal pm Gennaro Iannarone. A rischiare il processo è, innanzitutto, Enrico Trombetta, rappresentante legale della capogruppo Romeo Gestioni, firmataria della convenzione Consip con il ministero della Giustizia per l’affidamento della manutenzione degli ascensori. Paola Grittani del consorzio Stabile Romeo Facility Service ed Eleuterio Marrocco, titolare dell’omonima società esecutrice dei lavori in tribunale. I tecnici sotto inchiesta, tutti assunti dalla Marrocco, sono Francesco De Filippo, Borilslav Stoikovic, Fabrizio Giammarughi e Giuseppe De Tata. La lista comprende poi Laura Padronetti, ingegnere dell’Arpa. In un altro procedimento gli stessi imputati sono invece accusati di lesioni collettive gravissime ai danni del pm, candidati al Csm alle elezioni di ottobre.

L’incidente risale al 27 settembre del 2017.  Questa la dinamica. Nel tardo pomeriggio il pm – tornata a camminare solo lo scorso luglio – vendita in ascensore al secondo piano C, riservato alla procura, per andare al parcheggio. Tuttavia la cabina schizza impazzita verso l’alto e finisce contro il soffitto. Nello schianto il magistrato riporta serie fratture. Il secondo conteggio dei giorni di malattia è 303. Secondo la procura perugina, la disgrazia non sarebbe mai capitata se esistevano stati eseguiti i controlli previsti, perché sarebbe saltato fuori che i funi dell’ascensore erano usurati. E di conseguenza accade sarebbe stato fermato. Ancora oggi l’ascensore non è tornato a funzionare.

Fonte: Corriere.it

 

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